Con la morte
cuore, Sang tornò
villaggio e informo tutti
disgrazia: «Un'ondata violenta l'ha travolto» disse con le lacrime agli occhi, senza fiato per
sforzo «Non ho potuto fare nulla per salvarlo!» «Non è vero, non ti credo! Sei stato tu ad ucciderlo!» lo accusò la madre
ragazzo, purtroppo tutto
paese si lasciò suggestionare
sue grida. Sang perciò fu arrestato e condotto in prigione. Consapevole
propria innocenza, egli aspettò sereno
giorno del processo, ma
cose non andarono come lui aveva previsto e in due battute fu condannato a morte:
giorno dopo sarebbe stato decapitato. Il mattino dell'esecuzione Sang si avviò
patibolo con in mente
piano e non appena vide
giudice chiese di parlare. «Di' pure, ragazzo, ti è concesso esprimere
ultimo desiderio» borbottò
giudice, accarezzandosi
lunga barba riccia. «Ecco, signor giudice, c'è
sola cosa che desidero più di ogni altra, rivedere per
ultima volta mia madre, così che possa salutarla prima di morire.» «E sia, ti è concesso!» disse
giudice. Sulla via del ritorno Sang non stava in sè
gioia, presto, pensava, quell'incubo sarebbe finito. Quando
giudice vide tornare
ragazzo, non sopettò in nessun modo che non fosse Sang, ma Song,
secondo fratello, quello che aveva avuto in dono
nonna
collo d'acciaio; perciò, non accorgendosi
scambio, ordinò che venisse decapitato. Intanto d'intorno si era adunata
folla furiosa che reclamava giustizia. «A morte, a morte! È un assassino!» si udiva gridare da ogni dove. Ad un tratto però si fece silenzio. Tutti trattennero
fiato.
boia afferrò
mannaia, prese
mira e calò
fendente con quanta forza aveva in corpo, ma
testa del ragazzo non rotolò a terra; piuttosto quello si alzò, tutto sorridente e fece
inchino ai presenti.
suo collo d'acciaio aveva resistito. |